Gazzettino delle pippe “nomadi” di Rovigo

ottobre 10, 2019

Claudio Bertoncin, responsabile “Il Gazzettino” di Rovigo, dopo una denuncia da Codice Penale (diffamazione a mezzo stampa) ora se la prende con il Codice Deontologico: violazione della Carta di Roma. Chissà se Azzurra Caltagirone gli dà la tredicesima o lo passa, pari-pari, all’edilizia: dalla penna a biro alla cazzuola!

“Il gazzettino” di Rovigo, nomade” della professione giornalistica, originario di Venezia, ma  con residenza a Rovigo, con vari affiliati indigeni ma “nomadi” come i prestigiosi Ponzetto e Pavan.

LA CARTA DI ROMA ed il Consiglio d’Europa
La “Carta di Roma”, che magari Bettoncin crede sia un “menù alla carta” per capo-cronisti gazzettiniani, alla cena annuale dei quali alla trattoria dei “Ponteghi”, in prossimità del Ponte dei Sospiri (professionali) a Venezia, con posto riservato al potente Presidente ad libitum dell’Ordine Veneto – sempre in paga al Gazzettino della città, nasce nel 2008 proprio per tutelare gli Immigrati nell’in-formazione e confluisce poi nel Testo Unico Doveri del Giornalista del 27 gennaio 2016. Anche il Consiglio d’Europa (che non ha una Carta di Roma con declinazione sui Rom) in una esortazione all’Italia, del 28 luglio 2016 sollecita: «basta chiamarli ‘nomadi’, i rom vanno tutelati dalle discriminazioni».
“Il Gazzettino” di Rovigo “nomade” deferito al Consiglio di Disciplina Veneto che, come al solito, transeumerà la “segnalazione”: che non si sanzioni un dipendente Caltagirone! Già in passato il Consigliere Disciplinatore Enzo Bon (pure analfabeta della Carta di Roma), aveva archiviato un caso, sempre gazzettiniano, perchè “zingari” non era offensivo.

NOMADI RESIDENTI: 8 ottobre
In data 8 ottobre “Il gazzettino” di Rovigo, con caratteri cubitali, sottotitola a tutta pagina (il titolatario è il capo-cronista responsabile): «I tre aggressori nomadi originari dell’ex Jugoslavia ma residenti a Campomarzo», e a pagina due: «Tre nomadi di Lendinara in carcere». Non è che sia un ossimoro il quanto il tale capo-cronista non sarebbe così titolato ad avere conoscenza lessicale pertinente ma si tratterebbe di una vera e propria discriminazione a mezzo stampa, secondo lo stesso Ordine dei Giornalisti.

GIORNALISTI CONTRO OGNI DISCRIMINAZIONE: 7 ottobre
L’Ordine Giornalisti del Veneto, proprio in data 7 ottobre 2019, manda una missiva ai propri iscritti nella quale si invitano i giornalisti, rispettosi del Codice deontologico, «a prestare particolare attenzione nella titolazione dei servizi giornalistici, evitando riferimenti non essenziali ad etnia e religione o a preferenze sessuali, per evitare il rischio che tali elementi possano  alimentare atteggiamenti discriminatori. Nel riferire di un arresto per droga, ad esempio, capita non di rado, che nel titolo venga riportata la nazionalità dell’arrestato, se diversa da quella italiana, mentre se l’arrestato è un italiano nel titolo non viene indicato alcun riferimento relativo alla provenienza dell’indagato: ciò significa, con tutta evidenza, che la nazionalità, l’elemento etnico, non sono elementi essenziali, e non vi è alcuna ragione di sottolinearli con particolare evidenza, in quanto la notizia è costituita dall’avvenuto arresto per droga, non dalla nazionalità del presunto reo»; e conclude: Il mancato rispetto delle regole deontologiche può comportare l’apertura di un procedimento disciplinare a carico dei giornalisti responsabili mentre i servizi giornalistici apertamente discriminatori rischiano di creare problemi anche in sede giudiziaria penale nonché di essere oggetto di cause civili per risarcimento danni».
CAMPI E LUCCHIN A MERENDA
In effetti anche Francesco Campi e Alberto Lucchin, per guadagnarsi la pagnotta nomade caltagironiana, e per dimostrare che c’è una capiente ri-cambio generazionale alla sede di Rovigo – pur infestata dai tristi epigoni di Ponzetto e Pavan, scrivono, a proposito dei tre arrestati, che «Entrambi sono nomadi di origine balcanica». Che poi due dei tre arrestati abbiano la cittadinanza italiana non gliene frega a nessuno di questi analfabeti del Codice deontologico professionale. Gia professionale a chi?

bacchetta

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